È sempre bello rivedere i paesaggi del Salento, gli spazi vastissimi dove le piante, le case e i muri sono modellati dal vento con forme piane e compatte, vicine alla terra rossa. Negli oliveti, molte piante colpite dalla Xylella sono secche ma piene di ricacci dal basso, orti e campi sono intervallati da zone incolte e in alcune parti bruciate.
Quello che si vede dalle strade vicine alla costa si intuisce essere una dimensione minima in confronto al territorio interno, solcato da una miriade di strade vicinali e diviso in grandi appezzamenti e masserie. Proprio in una di queste si trova un gioiello tra i parchi botanici privati, l'orto botanico La Cutura, finalista come Giardino più bello d'Italia nel 2015.
Il suo fondatore, Salvatore (Totò) Cezzi è venuto a mancare all'inizio di luglio, ma ha lasciato un patrimonio di passione e di genio nella progettazione di questo giardino. Direttore di banca, negli anni '80 eredita l’antica masseria di famiglia in contrada La Cutura - forma dialettale per pietra - e ne fa il suo rifugio riempiendola incessantemente di piante, scegliendo alberi rari e inconsueti, creando collezioni immense di piante tropicali e grasse cercate durante i suoi viaggi e importando dai paesi d’origine anche esemplari secolari.
Nella sua forma attuale, il parco apre al pubblico nel 2000 e si compone di undici ambienti diversi tra cui il Giardino roccioso, il Roseto, il piccolo Giardino all'italiana, il Bosco dei Lecci, il Giardino del Borgo, il Giardino segreto, il Giardino dei profumi e l'area tropicale, ricavata con la copertura della cava interna alla tenuta dalla quale erano stati ricavati i materiali per la costruzione degli edifici.
Una sola visita non basta per scoprire tutti i tesori custoditi nei trentacinque ettari di questo orto botanico, progettato con razionalità, gusto per la bellezza e mirabilmente mantenuto dai suoi giardinieri. Tra le parti più affascinanti, la serra delle piante grasse conta oltre duemila specie divise per le tre zone di origine - Asia, Africa e Sud America - con rarità assolute ed esemplari imponenti che sfiorano il soffitto con altezze di anche sei e otto metri. All'interno del parco si trovano vivai per la loro riproduzione che, per le succulente, avviene spesso tramite innesto.
Cosa passa dagli occhi al cuore visitando "La Cutura"? Come fanno i giardini a trasmettere così fedelmente l'essenza della persona che li ha creati e a generare un'infinità di stimoli, legami e collegamenti che si intrecciano tramandandosi di generazione in generazione?
Camminiamo sotto gli alberi, nelle serre, tra le bordure dei viali, e immancabilmente sorgono sensazioni e curiosità, si percepisce qualcosa: l'impronta di quell'estraneo distante da noi nello spazio e nel tempo che ha scelto di lasciare dietro di sé non un monumento di pietra, ma un organismo vivente in continua trasformazione.
( © MARTINA MASINI )
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